«È necessario inoltre implementare lo strumento della class-action»
La class action, o “azione di classe”, in Italia esiste già ed è disciplinata dall’articolo 140 bis del Codice del consumo. In base a questo, i consumatori e gli utenti possono unirsi in un’unica azione legale, ad esempio contro un’azienda produttrice, per far valere i propri diritti e interessi collettivamente.
In questo modo, la responsabilità dell’azienda viene accertata nei confronti di tutti i consumatori coinvolti nella class action e ugualmente il risarcimento del danno viene dato a tutti.
Il 3 ottobre 2018 la Camera dei deputati ha approvato una proposta di legge a prima firma di Angela Salafia (M5s) che riforma la class action, con la finalità di potenziare questo istituto e di allargarne il campo d’applicazione.
L’ampliamento passa dall’eliminazione del riferimento ai soli “consumatori e utenti”: potranno procedere con la class action tutti coloro che si trovino in situazioni tali per cui il giudice può effettivamente prendere una decisione unica che si applichi poi a tutti gli aderenti alla class action.
Viene poi introdotta, accanto all’azione di classe, un’azione inibitoria collettiva verso gli autori di condotte che danneggiano (o potrebbero danneggiare) una pluralità di persone. Viene infine anche ampliata la possibilità di aderire all’azione di classe: finora il limite temporale era la sentenza con cui il giudice decideva la causa. La riforma dovrebbe introdurre la possibilità di aderire anche dopo.
Dopo l’approvazione della Camera, il testo è diventato legge con il voto del Senato del 3 aprile 2019.
Hanno detto che:
3 aprile 2019: «Al Senato è stata approvata in via definitiva la legge sulla Class Action. Da oggi i cittadini, ogni volta che riterranno leso un loro diritto, potranno unirsi e far valere la loro voce» (Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro)