Il Contratto promette «l’affermazione del principio della prevalenza della nostra Costituzione sul diritto comunitario in analogia al modello tedesco»
I rapporti tra diritto costituzionale italiano e diritto comunitario sono stati definiti, negli scorsi anni, da sentenze della Corte Costituzionale e dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea. A meno di non voler ipotizzare una uscita dell’Italia dall’Unione europea, il governo non ha la possibilità di modificare sensibilmente questa materia.
Non è corretto poi dire che ci sia una sostanziale differenza tra il modello italiano e quello tedesco, che oltretutto è anch’esso stato delineato dai giudici (e non dai politici).
Si cita spesso, come in questo caso, l’esempio della Germania, ma questo ha poco senso. La Corte costituzionale tedesca (Bundesverfassungsgericht – BVerfG), nella sentenza con cui ha bocciato una legge costituzionale tedesca di accompagnamento alla ratifica del Trattato di Lisbona, ha espresso una teoria dei “controlimiti” – circa i rapporti tra diritto costituzionale tedesco e diritto dell’Unione europea – analoga a quella espressa dalla Corte Costituzionale italiana in diverse sentenze, dalla sentenza Granital del 1984 fino alla recente sentenza 238 del 2014.
La “teoria dei controlimiti”, semplificando, stabilisce che ci sia il primato dell’ordinamento comunitario anche rispetto all’ordinamento costituzionale di uno Stato membro dell’Unione europea, con l’unico limite dei principi supremi dell’ordinamento costituzionale nazionale (ad esempio il rispetto dei diritti umani, la forma democratica dello Stato, le libertà fondamentali e così via).
Cioè una norma comunitaria non può entrare automaticamente in vigore in uno Stato membro dell’Ue se questa norma lede i principi supremi dell’ordinamento costituzionale di quello Stato. Su ipotesi del genere si deve quindi esprimere la Corte costituzionale dello Stato e non la Corte di Giustizia dell’Ue.
Il governo non è potuto intervenire al 23 agosto 2019 su questa promessa (ed è molto difficile che lo possa fare in futuro).