Un’area retroportuale è una piattaforma logistica – solitamente collocata alle spalle di un porto – dove un grande operatore del settore gestisce i carichi arrivati via mare, si occupa della preparazione dei prodotti finali e li inoltra sul mercato, curandone la distribuzione.
A seguito del crollo del Ponte Morandi, a Genova, avvenuto il 14 agosto 2018, il governo ha istituito la Zona Logistica Semplificata (un’area che gode di procedure burocratiche semplificate) tra i territori portuali e retroportuali di Genova e di altri 9 comuni.
Con la legge di Bilancio per il 2019, l’esecutivo ha poi dotato l’autorità che amministra il porto e il retroporto di Genova con investimenti annuali di 50 milioni di euro l’anno per 4 anni (fino al 2022). Inoltre, sono stati stanziati 2 milioni di euro nel 2019 per la creazione ad Alessandria di un nuovo centro per lo smistamento delle merci in arrivo dal porto di Genova.
Al 23 agosto 2019, non risulta però che altri porti abbiano ricevuto fondi per la creazione di nuove aree portuali o a sostegno di quelle già esistenti.
Hanno detto che:
13 dicembre 2018: «Bisogna poi rendere pienamente operativo lo snodo retroportuale di Alessandria che peraltro insiste su un’area di proprietà di Rfi e Mercitalia. Alessandria deve essere e sarà il retroporto naturale di Genova perché ha tutte le caratteristiche per diventarlo.» (Danilo Toninelli, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture)