«Prevediamo di abolire la tassa di soggiorno»
L’imposta di soggiorno – introdotta con il decreto legislativo n. 23 del 2011 – è una tassa che viene pagata da tutti coloro che, non residenti, soggiornano nelle strutture ricettive di un comune. L’idea alla base di questa imposta è far pagare anche i turisti per i servizi offerti da una città, come quelli per la pulizia delle strade. L’ammontare di questa tariffa varia di comune in comune, a seconda delle delibere delle Giunte locali, ma può avere un valore massimo di 5 euro.
Il 24 luglio 2018, in occasione della presentazione delle linee programmatiche del dicastero del Turismo, il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio ha chiarito la sua posizione in merito alla tassa di soggiorno. L’esponente della Lega ha sottolineato come i gettiti della tassa di soggiorno siano solo minimamente reinvestiti nel settore turistico.
L’intento, secondo quanto dichiarato, non è più l’abolizione della tassa di soggiorno ma una revisione dell’attuale sistema e una mirata lotta all’abusivismo cui spesso è associata.
Con la legge di Bilancio per il 2019 è stata introdotta una particolare misura che riguarda, nello specifico, la città di Venezia. In alternativa all’imposta di soggiorno, la città lagunare può applicare il contributo di sbarco valido – secondo quando riportato dal documento – per l’accesso «alla Città antica e alle altre isole minori della laguna». L’importo massimo consentito per entrambe le imposte è pari a 10 euro.
Il contributo di sbarco è una imposta, alternativa alla tassa di soggiorno, che può essere adottata dalle isole minori e che viene riscosso insieme al prezzo del biglietto direttamente dei diversi vettori che raggiungono le coste. Questa possibilità coinvolge già alcuni comuni come, ad esempio, Capri, Ponza, Ventotene e La Maddalena.
Al 23 agosto 2019 il governo, pur avendo introdotto alcuni cambiamenti per la città di Venezia, non ha comunque preso provvedimenti specifici circa l’abolizione della tassa di soggiorno a livello nazionale.
Hanno detto che:
24 luglio 2018: «La situazione va a mio avviso rivista completamente ma resta inteso che il percorso da fare per raddrizzare la direzione è quello di creare un ambito di riflessione assieme ai Comuni, alle Regioni, che abbia la finalità innanzitutto di riuscire a delimitare in maniera chiara lo scopo, rendendo la tassa parte di un circolo virtuoso di informazioni oltre che di finanze» (Gian Marco Centinaio, ministro dell’Agricoltura)