A gennaio 2019, l’Ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat) ha pubblicato i dati più aggiornati sulle energie rinnovabili tra gli Stati membri. Con qualche elemento di successo per l’Italia.
Nel 2017, il 18,3 per cento dell’energia consumata nel nostro Paese era prodotta con le rinnovabili (per esempio eolico e solare), in aumento dello 0,9 per cento rispetto all’anno precedente.
Con questa percentuale, l’Italia ha così già superato l’obiettivo nazionale per le rinnovabili (17 per cento) fissato dall’Ue per il 2020.
Un’analisi più approfondita mostra però che rimangono alcune criticità nel settore. Secondo l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) «gli indicatori relativi all’orizzonte 2030 sono invece nell’area di criticità media, che diviene di criticità elevata nel caso della proiezione di sviluppo delle fonti rinnovabili».
Il 20 marzo 2019, il governo ha presentato la Proposta di Piano nazionale integrato Energia Clima 2030 – poi sottoposto al vaglio dell’Ue – che stabilisce il contributo dell’Italia agli obiettivi europei sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili.
Al 23 agosto 2019, i ministeri coinvolti sono all’opera per adeguare il testo finale in base alle osservazioni dell’Europa.
Ad agosto 2019, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il “decreto Fer1” – firmato dal ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa – che incentiva la produzione di energia da fonti rinnovabili per il raggiungimento dei target europei al 2030.
Fact-checking di approfondimento:
Abbiamo davvero solo 12 anni per salvarci dal riscaldamento globale? (6 dicembre 2018)
Hanno detto che:
8 gennaio 2019: «Sono molto soddisfatto perché l’uscita dal carbone, al più tardi nel 2025, le rinnovabili al 30% nel 2030, la riduzione dei consumi energetici del 43% al 2030 sono degli impegni concreti e non un libro dei desideri» (Sergio Costa, ministro dell’Ambiente)